La valutazione logopedica è caratterizzata dalla raccolta anamnestica, del colloquio con i genitori e dalla valutazione diretta, dove si osserva il paziente e gli si propongono delle prove strutturate o semi-strutturate per studiarne il funzionamento; alla fine della valutazione avremo la visione di quali siano i punti di forza e di debolezza sui quali impostare l'intervento personalizzato. Le prove vengono proposte sotto forma di gioco e si alternano a momenti di gioco libero.
Solitamente la valutazione si compone di più sedute, al termine delle quali viene effettuata la restituzione ai genitori.
Rivolgersi a un logopedista non vuol dire che necessariamente sarà attuato un trattamento riabilitativo.
In base a ciò che emerge durante la valutazione, possono delinearsi più strade:
Counselling alla famiglia: in alcuni casi potrebbe essere sufficiente fornire una serie di consigli alla famiglia in modo da poter attuare a casa le stimolazioni adeguate per lo sviluppo linguistico del bambino, si concordano inoltre incontri di monitoraggio per valutare l'andamento dello sviluppo comunicativo;
Trattamento logopedico indiretto: i genitori vengono inseriti in percorsi di "Parent training", dove vengono guidati nell'interazione con il bambino;
Trattamento logopedico diretto: trattamento riabilitativo diretto sul bambino.
La scelta della modalità e della frequenza degli incontri viene definita in base alle caratteristiche del bambino e delle difficoltà riscontrate durante la valutazione. Il percorso viene proposto dall'operatore e concordato con la famiglia e può essere modificato se vengono raggiunti degli obiettivi o se subentrano altre necessità.
L'acquisizione del linguaggio è molto eterogenea, i bambini non raggiungono tutti le stesse tappe negli stessi tempi, ma se a 24 mesi un bambino non conosce almeno 50 parole, soglia che gli consentirebbe di iniziare a strutturare una prima grammatica tramite la combinazione di due o più parole, allora si inizia a parlare di ritardo di linguaggio. Le tappe condivise da tutti i bambini prevedono infatti un'esplosione del vocabolario tra i 18 e i 24 mesi di vita, un periodo nel quale il bambino è portato spontaneamente a indicare e nominare ciò che lo circonda. A tre anni un bambino dovrebbe essere in grado di rispondere in modo adeguato alle domande dell'adulto, esprimendosi per frasi comprensibili anche a chi non lo conosce. A quattro anni l'inventario fonetico dovrebbe essere completo.
Se avete dubbi riguardo la comprensione verbale, l'utilizzo dei gesti, il modo di pronunciare certe parole, lo sviluppo del gioco o la relazione che il bambino crea con i coetanei o gli adulti, è consigliato contattare precocemente un logopedista, in modo da valutare la situazione ed essere guidati all'inizio di un percorso oppure ricevere consigli su come comportarsi a casa.
Oggi è certa l'efficacia di trattamenti riabilitativi precoci, che promuovono le abilità socio-comunicative e linguistiche e aiutano a prevenire difficoltà di apprendimento. Intervenire precocemente consente di sfruttare adeguatamente la plasticità cerebrale, aiutando a modificare la traiettoria di sviluppo in modo da ridurre il gap che il bambino può presentare con i coetanei.
Sembra che il bambino non comprenda parole e ordini semplici;
A 2 anni: produce meno di 50 parole o ancora non ha iniziato a parlare;
A 3 anni: non viene compreso quando parla, non pronuncia bene alcune lettere o scambia le lettere all'interno delle parole;
Non ha una buona coordinazione motoria, scrive e disegna male;
In età scolare: ha difficoltà a scrivere e leggere, risulta lento, compie errori ortografici, ha difficoltà ad eseguire i calcoli matematici e a imparare concetti a memoria;
Fatica a restare fermo;
Fatica a restare concentrato;
Fa uso di frasi accorciate, con una grammatica molto semplice o scorretta.
Il primo colloquio è gratuito, se hai dubbi non esitare a contattarmi
logopedistairene@gmail.com